12.11.08

Quante cose di cui parlare!

Apro questo post multitematico rivolgendomi innanzitutto (come promesso) a Lo, che sta raccogliendo, per motivi di studio, testimonianze su che cosa significhi avere un blog. Raccontarsi un po', lo dice il nome stesso dell'iniziativa.
Be', mi sembra che al blog ci si arrivi nei modi più diversi, per me all'inizio c'è stata una mera questione pratica. Avevo appena inaugurato il mio sito internet, quello che uso per lavoro, soltanto che chi l'ha creato non avrebbe avuto il tempo di stare ad aggiornarmelo continuamente con foto, ricette, programma dei corsi e così via. Allora mia sorella mi dice: apri un blog e poi lo colleghi al sito, che funziona da "biglietto da visita", mentre il blog contiene tutto il materiale che necessita di aggiornamenti. Io di blog sapevo ben poco.
Così comincio a girare per la blogosfera, mi imbatto nei blog che qualcuno chiama "istituzionali" (Cavoletto, UTDZ, Fiordizucca), cerco di capire come funzionino, esamino le varie piattaforme e ne scopro di veramente orrende (non faccio nomi!), alla fine opto per Blogger che è facile, veloce e ha dei modelli carini. Scrivo i primi post e mi accorgo che la cosa è più semplice del previsto.
Io sono timida. Quando ho cominciato a riceve commenti non sapevo che cosa rispondere. Mi dicevo: ma perché mi parlano come se mi conoscessero da una vita? e mia sorella a dirmi: tranquilla, è tutto normale.
In breve tempo la cosa si è evoluta, il blog, com'è giusto, ha iniziato a vivere "di vita propria", perché c'è modo e modo di scrivere una ricetta, qui la cucina ed i rapporti umani diventano un tutt'uno. Anche se ci sono dei limiti, almeno per quanto mi riguarda. Mi piace metterci me stessa, ma non trasformerei mai il blog in una sorta di webcam puntata sul mio privato: una cosa raccontare qualcosa di sé, ogni tanto, un'altra è la vita in diretta. Però ognuno è libero di utilizzare il mezzo come meglio crede, o no?
A più di un anno di distanza, posso affermare con certezza che il blog è stato terapeutico. Mi ha infuso una grande sicurezza in me stessa, cosa di cui ero sempre stata carente. Sono entrata in contatto con tante persone, ho stretto amicizie, si sono innescati meccanismi a catena che mi stanno regalando belle soddisfazioni. E poi ho scoperto che mi piace fare foto, anche se non ho né il tempo, né i mezzi per dedicarmici più approfonditamente.

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RINGRAZIAMENTI: a Viviana, Laura, Cipolla e Vally che mi hanno premiata :D

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Infine, spazio ad una ricetta!
Questa è la pagnotta rustica inserita in Flickr qualche giorno fa, di cui qualcuno mi aveva chiesto la ricetta.

pagnotta rustica

Il procedimento è leggermente diverso dalle mie solite pagnotte, credo si veda la differenza sia nella crosta che nella mollica.

Per un kg di pane, seguire questo procedimento.

La sera: rinfrescare la pasta madre.
La mattina: miscelare 200 gr di manitoba e 400 gr di farina tipo 0, aggiungere acqua tiepida e preparare un panetto senza gli altri ingredienti (autolisi: serve a migliorare la consistenza della mollica, che panificando con la pasta madre tende a rimanere compatta). Coprire e far riposare per 30 minuti.
(Chiedo scusa se nelle mie ricette di pane non c'è mai la dose dell'acqua, non mi sono mai abituata a misurarla esattamente. Comunque, per regolarsi, basta aggiungerla lentamente fino ad ottenere un impasto elastico che non si appiccichi alle dita).
Trascorso questo tempo, unire 200 gr di pasta madre, 1 cucchiaio di malto e un cucchiaino colmo di sale. Impastare per almeno 15 minuti (per chi la usa, non so che tempi abbia la planetaria, io impasto a mano), poi mettere a lievitare per 3 ore, coperta, nel forno spento. Riprendere la pasta, rilavorarla per qualche minuto, porla sulla teglia del forno e dare una forma tondeggiante, far lievitare nuovamente per 1 ora. Accendere il forno e portarlo a 230° (umidificare l'interno inserendo un pentolino d'acqua). Sollevare con le mani la pagnotta su due lati e spingerli verso il centro (come se la si volesse stringere): durante la cottura si formerà la "crepa" centrale, che ha una forma diversa rispetto al taglio fatto con la lama del coltello.
Cuocere per 30 minuti alla temperatura indicata, poi abbassare a 200° e proseguire per altri 30 minuti. Sfornare, avvolgere per 5 minuti in uno strofinaccio asciutto, poi far raffreddare su una gratella.

pagnotta rustica