In questo periodo ci sono diverse raccolte di ricette in corso. Cipolla ha lanciato una bella iniziativa legata al riutilizzo di avanzi stazionanti nei frigoriferi o di pacchetti mezzi aperti, senza precisa destinazione (e con scadenza sinistramente vicina), languenti nelle dispense.
Adesso parto come sempre dall'epoca delle guerre puniche per spiegare una banale torta, ma io son fatta così, portate pazienza.
Per il nostro 10° anniversario di matrimonio (lo scorso 21 febbraio), mio marito è arrivato a casa con... tatatatàààààà... un sacchetto di preparato per cioccolata calda. Però non è una cioccolata qualsiasi, arriva dall'unica, vera cioccolateria di Mestre - che produce, tra le altre prelibatezze, una tavoletta di cioccolato cui è legata la nostra cerimonia di nozze (no, niente rituali precolombiani o robe simili...).
Insomma, Carlo ha portato a casa questa cioccolata, l'ho preparata un paio di volte, poi la sera avevo sempre altre cose da fare e spesso me ne dimenticavo... il sacchetto è ancora lì, la scadenza (fine giugno, dato che non contiene alcun conservante) si avvicina, il caldo è già arrivato... quindi necessita di una diversa destinazione, rispetto a quella per cui era nata. E così la sto usando per preparare torte a raffica. Tre in tre giorni (ma due le ho portate in giro, altrimenti ora non sarei qui a scrivere ma ricoverata nel reparto di gastroenterologia del più vicino ospedale).
Questa è decorata come la seconda che avevo adocchiato nell'ultimo numero di Country Living (cui avevo accennato qui), che mi ero ripromessa di provare e invece ancora non sono riuscita a fare. Ma intanto avevo lì le violette, ed era un peccato non usarle.
Per una tortiera a cerniera da 22 cm di diametro:
3 uova (tuorli e albumi separati)
160 gr di zucchero semolato o di canna chiaro
200 gr di farina tipo 00
50 gr di preparato per cioccolata in tazza
150 gr di burro fuso a bagnomaria
1 bustina di lievito
1 cucchiaio di rhum
1 pizzicone di sale fino
1 cucchiaio di violette candite macinate finissime
per decorare:
zucchero a velo
qualche violetta candita
Montare i tuorli con lo zucchero finché sono molto chiari, quindi unire gli ingredienti nell'ordine indicato, tenendo per ultimi gli albumi montati a neve fermissima (che vanno amalgamati delicatamente usando una spatola). Prima di questo passaggio il composto potrebbe sembrarvi troppo compatto: potete aggiungere un cucchiaio di latte, ma tenete presente che gli albumi lo renderanno fluido al punto giusto.
Imburrare e infarinare lo stampo (o foderarlo di carta apposita), versarvi il composto e cuocerlo nel forno preriscaldato a 180°, per circa 40 minuti (fare sempre la prova stecchino: infilzare la torta, molto rapidamente, con uno stecco di legno da spiedini, che deve risultare asciutto, in caso contrario proseguire la cottura e ricontrollare dopo altri 10 minuti).
Sfornare, far raffreddare su una gratella, poi spolverizzare di zucchero a velo e decorare con qualche violetta candita. La torta risulterà leggermente "umida" anche dopo essersi raffreddata, ed è buonissima proprio per questo!