Detox festivo

Non c'è motivo di aspettare che la Befana si porti via tutte le feste per cominciare ad eliminare qualche tossina accumulata nei mesi e ben coltivata grazie a pranzi e cene natalizi... anzi, utilizzando ingredienti cari a questo periodo dell'anno, si possono infilare ricette detox anche nei menù di festa.
I crauti sono un concentrato di fermenti lattici (e vanno consumati crudi, per preservarne anche le vitamine). I cardi ripuliscono il fegato. Il cappuccio rosso (come tutte le brassicacee) protegge l'apparato gastro-intestinale e regola la glicemia, e in più regala al piatto una bella nota di colore. Le lenticchie sono una vera e propria farmacia naturale, e a noi qui interessano perchè nutrienti (grazie a proteine e carboidrati) ma non grasse, e ricche di fibre che aiutano a regolare l'intestino e ad abbassare i livelli di colesterolo. Il colesterolo viene regolato egregiamente anche dalle noci.


Che dite, ce lo diamo un nome a questa ricetta? di quelli lunghi lunghi... (d'altra parte, non c'è alternativa!)

INSALATA TIEPIDA DI LENTICCHIE, CAPPUCCIO ROSSO, CRAUTI E NOCI SU PURE' DI CARDI

Ingredienti per 4 persone:

6 coste di cardi
150 gr di lenticchie
1/4 di cavolo cappuccio rosso
100 gr di crauti
noci sgusciate
olio di noci
1 foglia di alloro
sale

Pulire bene i cardi (eliminando tutte le fibre grosse lungo le coste e l'eventuale peluria nella parte interna), tagliarli a pezzetti e lessarli in acqua salata. Tenerli al caldo nella loro acqua.
Sciacquare le lenticchie e cuocerle - a pentola coperta - in una quantità doppia di acqua rispetto al loro volume, aggiungendo la foglia di alloro (che andrà tolta a fine cottura). Se l'acqua si sarà assorbita del tutto prima della fine della cottura, aggiungerne ancora un po'. Salare solo alla fine.
Affettare e poi tritare a coltello il cavolo cappuccio rosso. Sgocciolare i crauti.
Passare al mixer i cardi (aggiungendo pochissima acqua di cottura se dovesse esserci bisogno di rendere il tutto più cremoso) e distribuire nei piatti il purè ottenuto.
Distribuire sopra, nell'ordine: le lenticchie (calde ma non bollenti), il cappuccio rosso, i crauti. Decorare con le noci e condire con un filo d'olio (di noci).

Il mio dolce per le feste

E' il 26 dicembre... vogliamo parlare di cucina (natalizia)?

Allora, chi mi conosce sa che detesto gli sprechi. Così come non sopporto l'idea dell'opulenza a tavola, e non vedo perché a Natale si debba fare un'eccezione.
Non mi piace vedere la gente che si accalca in negozi e supermercati, nei giorni che precedono Natale e Capodanno, facendo scorte come se incombesse una catastrofe nucleare. Non mi piacciono i messaggi che lanciano i media, che da una parte parlano sistematicamente dei cibi superlusso e dall'altra delle tasche vuote degli Italiani, ma quando  toccano l'argomento "sobrietà" - che peraltro dovrebbe valere sempre, e non solo ora che la crisi pesa così tanto - mai che si vada un po' più in là dei soliti luoghi comuni, mai che si faccia un po' di cultura a lungo termine. Un'occasione mancata.  
Oggi, per esempio, compare questo articolo sul Corriere della Sera... embè? ma io dico, un minimo di approfondimento sulla cultura del "non spreco" poteva anche starci, o no?
Ora, mica voglio fare la Savonarola della gastronomia... a me piace mangiare bene, e anche abbondante, quando capita (e in questi giorni capita, eccome se capita...). Penso solo ci sia modo e modo, tutto qua.

Questa è la mia ricetta dolce per le feste.


CREMA DI RICOTTA AL MANDARINO CON CRUMBLE DI PANETTONE

E chi mi conosce sa anche che per me una ricetta, qualsiasi ricetta, deve avere un suo perché.
Il perché di questa è presto detto. E' un omaggio ai tempi in cui la sobrietà era gioco-forza.
Qualche settimana fa si parlava tra amiche foodblogger della nostra idea di dessert natalizio legato alla tradizione, quella più vicina a noi. Quindi quella che nasce in famiglia.
Se ripenso ai racconti di mia nonna materna, l'unico dessert cui poteva ambire da bambina (nonché unico regalo) era qualche mandarino. Anche per mio padre (classe 1946, quindi stiamo parlando degli anni '50) Natale significava mandarini, con cui l'altra mia nonna addobbava l'albero.
Tradizioni di famiglia... mi torna in mente mio nonno materno che amava concludere i pasti, in questo periodo dell'anno, con ricotta e mostarda vicentina.
E il panettone, che negli anni '70 esce dal milanese e viene imposto come dolce natalizio nazionale. Non so se mia mamma lo comprasse o se fosse quello che regalavano a mio padre in fabbrica. Io toglievo l'uvetta (con cui mi sono riappacificata solo in tempi recenti) ma mangiavo i canditi anche degli altri commensali.
Ora, i profumatissimi, meravigliosi mandarini sono praticamente spariti dai banchi dei negozi e quindi, di conseguenza, anche dalle tavole. Motivo: hanno troppi semi. Anzi, hanno i semi, tout court. E questo mal si addice a quest'epoca in cui ci si aspetta che tutto sia facile, quasi pre-masticato, in cui anche dover sputare qualche seme diventa una seccatura e piuttosto ci si accontenta di agrumi con meno carattere (e storia) ma che vengono selezionati appositamente senza semi. 
Così ho pensato che una buona marmellata di mandarini poteva avere una duplice funzione: sostituire la mostarda (che non a tutti piace) rendendo la ricetta apprezzabile anche ai palati più delicati, e regalare un po' di profumo se il panciuto e ormai raro agrume scarseggia sulla tavola.
E la ricotta, non quella cremosetta che ogni grosso marchio dell'agroalimentare propone, ma quella soda, in cui si distinguono bene i fiocchi...
E il panettone... quanti ce ne ritroviamo in casa, una volta aperte le immancabili ceste omaggio? e' certamente uno dei prodotti natalizi che più necessitano di essere (giustamente) riciclati.

Aiuto, quanto ho parlato... bene, basta paternali e sotto con la ricetta.

Ingredienti per 4 persone:

350 gr di ricotta fresca compatta
100 ml di panna fresca
4 cucchiai colmi di marmellata di mandarini
2 fette di panettone

In una ciotola lavorare la ricotta con la panna, usando una forchetta, fino ad ottenere una crema soffice. Aggiungere la marmellata di mandarini ed amalgamare bene.
Sbriciolare il panettone, tostarlo in padella e farlo raffreddare.
Suddividere la crema in quattro bicchieri, riempire fino all'orlo di briciole di panettone e tenere in frigorifero fino al momento di servire.