13.11.20

Natale a Venezia

Una nuova avventura editoriale: la curatela, insieme a Caterina Schiavon, del volume collettivo Natale a Venezia, edito dall'editore torinese Neos.

Il libro, che esce in questi giorni, vede la partecipazione di una composita squadra di autrici e autori – che in perfetta armonia va dalle/dai quasi esordienti a voci importanti del panorama nazionale – e il contributo dell'illustratore Lucio Schiavon che ha realizzato l'immagine di copertina.

I diritti d’autore saranno devoluti all’associazione International Help onlus a sostegno delle sue attività umanitarie.




Un piccolo assaggio: la mia prefazione.

Venezia è luogo che invita al ricordo, alla riflessione. 

La riflessione, a Venezia, è letterale e figurata. La città riflette la propria immagine sull’acqua, e chi si trova in città, che ci abiti o sia di passaggio, è portato all’indugiare con e nei pensieri.

I racconti presenti in questa raccolta non si sottraggono a tale regola naturale delle cose, lì (ma dovrei dire: qui) dove il riflesso è dato persino per scontato, con la sua onnipresenza: vi si vive immersi, al punto da non rendersene nemmeno conto. A Venezia la riflessione è costante anche nell’altro, trattandosi della città dell’incontro per eccellenza. Ci si sposta prevalentemente a piedi, quindi incrociando fisicamente le persone, e anche quando si utilizzano dei mezzi di trasporto (natanti), questi sono quasi sempre aperti, perciò a bordo di una barca si è in contatto, in dialogo con chi sta sulla riva, o su altre imbarcazioni. Senza dimenticare l’incontro con l’altro inteso come il forèsto, senza il quale Venezia è impensabile: il viaggiatore, l’ospite temporaneo, il veneziano “d’adozione”. E ancora, ultime ma non meno significative, le anime – o come altro le si voglia chiamare – di chi la città l’ha vissuta ma non è più presente.

Natale, d’altra parte, rappresenta uno di quegli eventi, nel calendario annuale, che ci mettono di fronte al “fare i conti”: con noi stessi, con la nostra realtà – voluta o subita che sia – , con il passato e con il futuro. Le feste natalizie sono sinonimo di casa, famiglia, incontro, condivisione. Ma anche, inevitabilmente, del loro contrario, della loro assenza. Non tutte le famiglie sono felici, non tutti i Natali sono scintillanti. La riflessione non può non comprendere anche tutto ciò.

Questa antologia, in maniera non premeditata ma forse predestinata, scava a suo modo fino alle radici del Natale, alla pre-cristianità. Scava e porta a galla il sentire anche il lato oscuro, misterioso, insondabile. Natale convenziona il passaggio dalle tenebre alla luce: e che cosa ci raccontano, le autrici e gli autori di questi scritti, se non le due facce della medaglia? La luminosità della festa ma anche le sue ombre, la non necessità di dover per forza festeggiare ma anche la volontà di ritrovarsi e di sorridere nonostante talvolta gli eventi funesti ci costringano all’angolo. Ci raccontano di lontananze e prossimità, di piccoli gesti che diventano regali immensi, inestimabili. Di Natali distopici eppure possibili, concepibili. Della festa vista con gli occhi di chi appartiene ad altri mondi. Se riletto in questa chiave, il Natale “alla veneziana” di questo libro, nel dare spazio anche alle sensazioni sinistre, al gusto gotico, a personaggi bizzarri, al nero delle notti lagunari, a voci che giungono da spazi invisibili, non risulta poi così strano. Non va fuori tema, ma punta anzi dritto alle origini.